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LA BRUNTLEDA

ÀL BUSIARDĖIN

2015-05-18

Eilàaa… Bongióren! O bonasìra , sl’è già basôra. Pomeriggio, per gli uomini “in lingua”.

 

            Aiò détt: “àl busiardèin” e cioè “il sbugiardino”, diminutivo di bugiardo…Insàma: ùn c’al dis del busî… dèl falsitê.  E a propòsit ed quàst, di mod ed dir, ecétera…  a ghe n’è a  véta.

(ve ne sono tantissimi). La figura femminile, per esempio, è spessissimo al centro di questo argomento. Io ho scelto un proverbio, per così dire, complessivo. Questo: Dànna ch-la zziga, àmm ch’àl zura, caval ch’al suda, i-ein fèls come Giuda (Donna che piange, uomo che giura, cavallo che suda, sono falsi come Giuda).

Quasta, però, piò che una una preméssa, l’è-ùn pretèst, per dir dàl problema c’a vrév tratèr, e cioè quel foglietto all’interno della confezione dei medicinali che farmacisti, medici e addetti ai lavori definiscono “sbugiardino”. Nulla di strano, anzi, doveroso informare compiutamente il paziente in ordine alla “medicina” che sta per assumere; ma anch in càl chès chè, cùm a dis Piròun, agh vól giudézi perché a ghè manéra e manéra ed dir i quê perché, lò-àl-dis, èl medzèini àl  li tós sia i-istruî (le persone csd. istruite) che tótt qui che-i capéssen àl gióst, come mè.

            Perché vaddet, Momo, l’eter gióren aiò truvê, in cà, una scatlèina cùn dèinter un baratulèin ed pastélli e un fuiàtt c’àm sun méss in bisàca: quast-chè(e me lo móstra). Lè una medzèina c’a tôs me nóra. Mè aiò anch zzerchê ed capiregh quèl mo…quastchè àn n’è ménga un fuiàtt… l’è-un-linzôl! (io ho anche cercato di capirci qualcosa ma… questo non è un foglietto… è un lenzuolo!).

Piròun ha ragioneHo fra le mani un foglietto lungo cinquanta centimetri, per quindici di larghezza, scritto fronte-retro, piccoli caratteri, per un totale di circa cinquemila parole! Non solamente Piròun, ma anch’io ne rimango scioccato. E… solamente un medico, un bravo medico, potrebbe  illustrarne il contenuto.

Vàddet… riprende Piròun, mè àn capéss brisa perché igh-àl-màtten. Aiò lizû(Ho letto) sól èl paròli lè-in-zémma e… aiò ciapê pavùra! Léz lè… léz lè…e continua a segnare col proprio indice…

            E in effetti, leggo: Conservi questo foglio. Potrebbe aver bisogno di leggerlo di nuovo…Questo medicinale è stato prescritto soltanto per lei…Se si manifesta un qualsiasi effetto indesiderato, si rivolga al medico o àl farmacista. E ne seguono migliaia di parole più che preoccupanti con le quali ti avvertono cosa potresti avere o non avere, se e quali disturbi, eccetera. E sfido chiunque a non sentirsene addosso almeno un paio. E, dal mio punto di vista, se non hai una fiducia cieca e assoluta nel medico che te lo ha prescritto, dovresti evitare di assumerlo. Effetti non improbabili? la pazzia… il tumore … e via-via scendendo, o salendo, a quello “definitivo”.

Tento di tranquillizzare Piròun  ma lui mi precede.

Tè t’em dirê che chi fuiàtt chè (questi foglietti) ièin fat per i Dutór… mo… alóra, mè a vói dir… perché ghi màttni in chi buttazèin (flaconcini) chi’s dàn?(che ci danno?).

Mo perché, invece ed màttregh di fuiàtt “busièrd” chi fàn scapèr da rédder… en-gh-màttni (non ci mettono) che cùn cla medzèina lè la malatìa la pól guarir? E dèregh ànch di cunséli?… (Che con quella medicina lì si può guarire? E dare loro anche dei consigli?…).

            Come a-àl sòlit: grazie Piròun.

 
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