Dopo due anni di assenza,causa pandemia,eccoci pronti a ripartire.
In realtà abbiamo già fatto due uscite,partecipando a due mercati a Castelnuovo Rangone,facendo gnocco e crescentine con buoni risultati.
Il prossimo 21 maggio si pensava di andare,come ormai consuetudine a Firenze a pranzo dall’amico Emilio.Sempre per il problema pandemico,non si farà il solito pulman,ma ognuno si organizzerà per conto proprio.
Chi intende partecipare è pregato di confermare con congruo anticipo,in modo da poter organizzare al meglio la giornata.
Il 28 e 29 maggio saremo col banco in fiera a Castelnuovo,inoltre Domenica 29 si farà il pranzo a mezzogiorno in collaborazione col Circolo Parrocchiale,presso i locali del circolo stesso aperto a tutti su prenotazione.
A metà giugno circa(la data non è ancora fissata) faremo la solita Festa della Maniatta.
Di solito veniva fatta a Lama Mocogno,ma non essendo ancora agibili i locali,anche quest’anno si farà a Castelnuovo.Aspettiamo la conferma da Padre Gigi,che come consuetudine celebrerà la Santa Messa e poi ci si troverà tutti all’Oratorio Parrocchiale per il pranzo,anche per questo è gradita la prenotazione attraverso i soliti referenti: Franco 3381751297-Claudia 3406609404- Sotero 3204386142-
Appena possibile comunicheremo la data della Festa della Maniatta.
Carissimi tutti
Vista la situazione che si è venuta a creare con la guerra Russia/Ucraina,anche il GRG ha pensato di dare un’aiuto a tutta questa povera gente Ucraina che scappa dalle zone di guerra.
Il nostro piccolo aiuto,millecinquecento €, l’abbiamo destinato direttamente tramite “ Missioni Consolata”ad una parrocchia gestita da Padri della Consolata ai confini tra Ucraina e Polonia,alla quale molti si sono rivolti per chiedere aiuto ,alloggio e protezione.
La nostra offerta servirà per l’acquisto di generi di prima necessità.
Uniamoci tutti in preghiera insieme a Papa Francesco,perché abbia subito a finire questo massacro di vite umane.
La nostra Associazione GRG Gruppo Resurrection Garden è nata nel 1991 da un’idea del Presidente Romolo Levoni. Si cominciò a lavorare, scegliendo di aiutare ibambini africani, tramite i Padri della “Consolata Missionaries” che operano in quelle terre sin dal lontano 1902. Dal 1999 siamo un’Associazione di Volontariato O.N.L.U.S. regolarmente registrata. Abbiamo due sedi, una a Lama Mocogno ed una a Castelnuovo Rangone. Come riportato sui nostri dépliants “ Noi LAVORIAMO GRATUITAMENTE, Voi OFFRITE LIBERAMENTE. Il tutto va INTERAMENTE e DIRETTAMENTE a Loro”.Frequentiamo Fiere, Sagre e Manifestazioni, anche con il nostro mulino ad acqua offrendo prodotti esclusivi ma, soprattutto, proponendoadozioni a distanza. La nostra maggior forza e garanzia sono, in ogni caso, i Missionari della Consolata in Kenya, i quali offrono certezze ed esperienze davvero uniche.
Da vent’anni ripetiamo nei nostri dèpliants
Tutti i bambini debbono poter diventare Cittadini del mondo là nella loro terra.
“ Continua presso la F.Y.U. e presso la Mutuini Educational Centre il Progetto della Scuola di Computer,reso possibile grazie all’aiuto del G.R.G., come potete vedere nella sezione COSA FACCIAMO – COSA ABBIAMO FATTO di questo sito.Premesso che queste scuole sono aperte anche a ragazzi non sostenuti dal G.R.G. o attraverso adozioni,potete consultare i risultati della Scuola di computer nella sezione Pagelle
Le nuove quote sono queste : per l’asilo € 100,00 – per le scuole primarie la quota rimane invariata a € 160,00 – per la Famiglia Ya Ufariji € 280,00; abbiamo poi aggiunto una nuova quota da € 500,00, per chi volesse continuare a sostenere il ragazzo dopo le primarie e farlo proseguire negli studi, se ne ha le capacità : in Kenia viene ammesso alle scuole superiori solo chi raggiunge un certo punteggio alle primarie ed avendo anche costi abbastanza elevati, non tutti riescono ad accedere alle scuole superiori.La suddetta cifra,pur non coprendo l’intero costo scolastico, darebbe comunque al ragazzo ed alla famiglia un riguardevole aiuto
Chiediamo scusa se a chi ha pagato il rinnovo dell’adozione o, a chi ha fatto delle offerte non gli arriverà subito la ricevuta,ma per i motivi che tutti ben sappiamo,non possiamo raggiungere la sede in Via Scoltenna.
Per eventuali urgenze,ci potete contattare ai seguenti numeri di telefono : Sotero 3204386142---Walter 3394043116
Abbiamo inoltre deciso di contribuire come Associazione alla raccolta fondi per combattere questa pandemia e abbiamo destinato per la Protezione Civile Regionale € 1000,00 e € 500,00 alla Croce Verde / Avap di Pavullo,per l’acquisto di apparecchiature per l’Ospedale locale.
Me nona la cantèva: “era alto così… era grosso così… lo chiamavan Bòmbolo… ecc.” Insàma: l’era un ciciòun. Un càl magnèva trop e, piò che èter, mèl. A-al dè d’incô is ciàmen obési e l’obesità la vin considerèda, giustamèint, un quèl c’àn và brisa bèin… una specie ed malatìa… o un quèl c’àl pol causèr del malatî: ànch gròsi.
Ho letto un articolo in una rivista col seguente titolo “Trovati gli interruttori della fame”. Ci sarebbe un gene della fame che fa aumentare l’appetito e rallenta il metabolismo. La scoperta è dell’Università di Cambridge ed anche di altre negli Stati Uniti. Lo studio ha riguardato più di duemila persone.
A Mòdna, a ghè la settimana della salute mentale intitoleda “màt” (senza accento, in dialetto modenese, matto) al quale mi piace aggiungere scherzosamente “maturlàn” e cioè mattacchione, burlone.
Voglio premettere, con assoluto rispetto, che cla manifestaziòun chè l’è ‘na cosa séria e importànt. A livèl mondièl. E descarren in dialàt la prév sembrèr ‘na risia (eresia) mo àl titòl, s’lè dialetèl, àl sàmbra permàtrel. Comunque, perdunèm. E po’, cusa vliv pretander da un bruntlòun?! Una tesi psichiatrica?
Quàsta la gà àl màndegh! (Questa ha il manico!) Às pól propria dir che “péz d’achsè às mór” (peggio di così, si muore). Ecco la nutézia: Ùn certo Fedrîgh (e già àl nàm àl per fât apòsta…), ùn svedés (svedese), l’à inventê l’arlói c’àl segna l’ora ed la tô mort (tuchèv… tuchév pór) (l’orologio che segna l’ora della tua morte). Mè aiò in mèint una barzelàta ch’la giva che la piò gràn sfergadùra l’era un svédes perché, tèimp fa i éren di fulminànt ch’i s’impièven apèina ti tuchèv a la sô scàtla. (fiammiferi svedesi di rapido incendio). Ma era una barzelletta! ‘Ste curnaciòun (cornacchione) dàl melavgóri, l’à inventê un maledàt arlói da bràz (brutto orologio da polso) c’àl còunta, a l’arvérsa, i an, i més,, i gióren, egli ór, i munùt e i secànd c’at resta da campèr! La cosa piò seria da dir l’è càl segna anch egli or come tót chi eter.
Digitèl. L’è una parola c’la m’à sèimper dê fastédi. Àl perché àn vàl so menga dir mo… lè achsè. Come tant, agò in cà un quèch vocabolari e anch àl piò vêc al dis: “agg. Che appartiene alle dita” e ànch “genere di piante da cui si toglie un veleno e una medicina usata anche per il mal di cuore”. … achsè aiò decìs c’a-gh’né abasta per àn capìr gnìnt!Sé. Perché “digitale” i àl dìsen, incô, per àl compiuter, per i telecomànd, per i telefonèin, ecétera…mo i mê vocabolari ièin vêc e alóra… lasàmla lè. Una cosa, però, la sambra sicura: la léngua italiana l’àn-nê piò abàsta per druvèr tót ‘sti nóv diavuléri (la lingua italiana non è più sufficiente per usare questi nuovi strumenti).
s’ciflèr (fischiare), quànd me aiéra ùn muclòun (monéllo), i savìven tót s’ciflèr, o quèsi tót. Era un mezzo di comunicazione primordiale, forse un linguaggio sussidiario del dialetto e spesso un armonico gergo. Col fischio si comunicava infatti a distanza in modo comprensibile e solamente a chi doveva intendere. Le canzoni del tempo, poi, erano più fischiettate che cantate.
In ‘ste mond imbarbaiê da i sold, da la smania e da la vóia ed sembrèr quàl c’àn sàm brisa (In questo mondo abbagliato dai soldi, dalla smània e dalla voglia di sembrare ciò che non siamo) c’è un mese, Settembre, che è stato e continua a essere il più terribile e difficile dell’anno. Anche devozionale però, se si pensa, soprattutto, al giorno otto, Festa della Natività di Maria Vergine. Piròun, iér-dlà (ieri-l’altro) l’è arivê cùn ùn librèin c’a-gaviva regalê in dàl mél-e- nóvzèint(e)stantanóv. A pagina treintatrî àl g’aviva insfrucê un di. (A pagina trentatre aveva infilato un dito). La poesia (?) dialettale dice così: “”(Quand aiéra piò cinèin / tanta gèint, per devoziòun, / cùn cavàl e baruzèin / i andèven in purcisiòun / a Fiuràn,
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