Eilàaa… bongióren! O bonasìra s’lè già basôra. Pomeriggio, per g,li uomini in lingua.
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E chè l’è propria àl chès ed dir “agh’éra ‘na volta”.
Al giorno d’oggi sembra infatti che indicare, stabilire un certa data dell’anno per il làzzo, lo scherzo, la burla, sia cosa disdicevole, del tutto inutile , superata e da dimenticare ancorché canonizzata da tempo immemorabile per il primo giorno di Aprile.
Ai miei tempi se ne facevano di cotte e di crude. In una frazione di Lama Mocogno, nella notte del 31 marzo finivano sugli alberi o sopra i balconi biciclette, motorini, carrozzelle, suppellettili ed oggetti di ogni tipo. In un paese di pianura, nel dopoguerra, venne indetta, con tanto di reclame ed inviti alle diverse Società sportive ed articoli di stampa, una gara ciclistica per professionisti con ricchi premi. Partenza ore tali in via tal dei tali. Non pochi furono i partecipanti che si trovarono davanti a quel numero civico il quale era adibito a latrine pubbliche
Certamente esagerazioni e anche di dubbio gusto.